TUBERCOLOSI OGGI
La tubercolosi continua ad essere una delle più frequenti cause di malattia e morte nel mondo, più pericolosa e letale del virus HIV e della malaria. Anche a Rumbek, in Sud Sudan. Ma Abuk ci racconta una storia diversa, resa possibile grazie al pronto intervento e all’attività di analisi e cura del nostro partner locale, Arkangelo Ali Association.
Quando è iniziata la tua malattia?
E’ iniziata con una tosse continua, che ha spinto mio figlio più grande a portarmi all’infermeria più vicina. Qui le cure hanno sortito un leggero miglioramento. Poi sono passata a un medico che mi assegnato una cura di 2 mesi. Mio marito ha dovuto vendere 2 vacche per poter sostenere questa terapia, che però non mi ha portato beneficio, anzi, le mie condizioni peggioravano: perdevo peso, avevo febbre e tossivo sangue.
Come hai reagito?
Fortunatamente nel nostro villaggio è arrivato un altro medico, mi ha fatto domande sulla malattia, e prima ancora che io finissi di raccontargli tutto mi ha dato un bicchiere di plastica dove tossire la mia saliva per farla analizzare. Nei giorni successivi mi hanno prelevato altri campioni, e consigliato di andare a farmi curare al centro sanitario. Non volevo: siccome altri dottori prima aveva fallito le cure, non mi fidavo di altri trattamenti. Però alla fine sono andata.
Come hai vissuto l’impatto con l’ospedale?
All’arrivo, mi è stato subito spiegato che avevo la tubercolosi. Non ci credevo, pensavo che fosse una malattia dalla nascita e quindi di esserne immune. Sono stata trattata molto bene, e oltre alle cure ho ricevuto razioni di cibo gratuite che hanno migliorato notevolmente la mia salute.
Come stai oggi?
Sono molto felice, sono tornata a sorridere. Sono molto grata al medico del villaggio perchè è venuto a casa mia regolarmente durante tutto il periodo di cura, mi ha incoraggiata nel proseguire la terapia anche se ne ero spaventata. E a tutta la mia famiglia, che mi ha sostenuto e aiutato a mandare giù le medicine che tanto temevo.
(fonte: redazione CESAR)