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19 Settembre 2016

BETTY, L’ANGELO DEI RIFUGIATI

16/09/2016 Si chiama Betty Asha, ha 23 anni e quest’estate ha strappato 2.300 sfollati dalle violenze in Sud Sudan aiutandoli ad entrare in Uganda.

Nel luglio scorso era a Kampala (Uganda) per motivi di studio, quando ha saputo dei terribili scontri scoppiati a Juba e arrivati fino a Yei, sua città natale vicina al confine con l’Uganda e con la Repubblica Democratica del Congo. Dopo aver ricevuto diverse richieste di soccorso da amici e parenti del suo villaggio, Asha ha deciso di lasciare gli studi e il piccolo appartamento a Kampala per dirigersi al confine con il Sud Sudan con un unico obiettivo: aiutare i suoi connazionali a trovare un riparo.

Per tutto il mese seguente, Asha ha lavorato assiduamente per garantire un’uscita sicura dal Paese a tantissimi rifugiati: 2.296 per la precisione, secondo i dati confermati dall’ufficio del primo ministro ugandese e dalle agenzie per i rifugiati operanti nell’area.

Con il sostegno di un donatore americano conosciuto in una missione sei anni prima, Asha è riuscita ad avere quattro camion e dieci motociclette che le hanno consentito di fare molti viaggi per trasportare le persone. Durante la prima settimana al confine, ha portato 800 persone dal villaggio di Pukuka alla salvezza, in Uganda. Nelle successive tre settimane, ha aiutato altri 1.496 abitanti di Yei a raggiungere i campi profughi, dopo che si era diffusa la notizia del suo piano per sfuggire alla guerra. «Quando sono arrivati a Oraba, ero lì ad aspettarli per pagare gli autisti. Ero anche responsabile di dare loro da mangiare e di assicurarmi che stessero tutti bene» ha raccontato Asha. «Li ho portati direttamente al centro di accoglienza delle Nazioni Unite». Molti degli sfollati sud sudanesi che lei ha aiutato oggi vivono al campo Rhino vicino ad Arua, nel nord-est dell’Uganda. Tra di essi ci sono anche la madre di Asha e cinque suoi fratelli.

Rientrata a Kampala, dove ha ripreso il secondo anno di università, Asha ha voluto prendersi cura di Viola, una ragazzina sud sudanese sfollata conosciuta durante uno dei tanti viaggi della salvezza. Ora abitano insieme a Kampala. «Voglio fare la differenza per la mia gente di Pukuka e Yei – ha concluso Asha – continuerò a rispondere alle chiamate d’aiuto e a fare quanto mi sarà possibile per dare loro un po’ di pace e sicurezza».

(fonte: The Guardian)

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