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29 Luglio 2016

PERICOLOSO CAMBIO AL VERTICE

29/07/2016 – Il 25 luglio il presidente del Sud Sudane Salva Kiir ha sostituito il suo vice presidente e rivale Riek Machar designando il generale Tabal Deng Gai. Una scelta che potrebbe ulteriormente aggravare la situazione di un Paese che già vive nell’insicurezza, dopo le ripetute violazioni dell’accordo di pace siglato lo scorso anno in nome dello scontro etnico-politico tra i due leader al vertice.

Solo tre mesi fa, in aprile, Machar aveva prestato giuramento come primo vicepresidente, accettando di formare un governo di unità nazionale con il rivale Salva Kiir dopo 8 mesi dall’accordo di pace e dopo quasi 3 anni di guerra civile, scoppiata nel dicembre 2013.

Lo scontro tra le parti, prima di questa nomina, aveva già scatenato le violenze nella capitale Juba tra l’8 e l’11 luglio scorso: scontri con carri armati, elicotteri e armi pesanti che hanno provocato la morte di 300 civili e decine di migliaia di sfollati.

Secondo le fonti internazionali, Machar avrebbe lasciato Juba con le sue truppe, dichiarando che sarebbe tornato solo quando un organismo internazionale avesse dispiegato una forza di interposizione tra i suoi combattenti e quelli di Kiir. Dal canto suo Kiir gli ha lanciato un ultimatum: 48 ore per rientrare nella capitale e salvare l’accordo. Trascorso questo tempo, il presidente sud sudanese ha emanato un decreto per la nomina del primo vicepresidente della Repubblica del Sud Sudan, il generlale Tabal Deng Gai appunto.

Ex ministro delle miniere, Deng Gai era capo negoziatore per conto del gruppo di Machar nei colloqui che hanno portato all’accordo del 2015; la scorsa settimana ha rotto con Machar e sostenuto l’ultimatum di Kiir. Il nuovo vicepresidente ha giurato il 26 luglio.

Nel tentativo di evitare un ritorno alla guerra nel paese produttore di petrolio, l’Unione africana (UA) e l’Autorità Intergovernativa per lo Sviluppo (IGAD) hanno appoggiato il dispiegamento di una forza regionale e inoltre cambiato mandato alla missione delle Nazioni Unite (Unmiss) trasformandola in una forza d’intervento.

(fonte: AGC Communication)

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