Abbiamo voluto rispondere all’appello del nostro partner locale Arkangelo Ali Association (col quale implementiamo i progetti “STOP ALLA MALNUTRIZIONE” e “YIROL SOAP” in Sud Sudan), che opera anche in Kenya nelle zone più rurali e povere colpite dalla piaga dell’HIV.
Contesto
Il progetto “AFRO CRAFT: empowerment femminile in Kenya” si svolge nella periferia di Nairobi, in particolare nel Villaggio di St Dalmas nella provincia di Rongo-Migori e nel Villaggio di Malaa, provincia di Kangundo-contea di Machakos.
Si tratta di 2 contee particolarmente colpite dalla doppia pandemia di HIV/AIDS (dal 1984 in Kenya) e di Covid19 (dal 2020 in Kenya) che hanno portato ad un notevole abbassamento dello status economico. Molte donne sono rimaste vedove perché i mariti erano affetti da HIV e hanno perso il lavoro a causa del Covid19. La loro situazione è stata aggravata dalla recessione economica globale e dal loro trasferimento nelle zone rurali in quanto per loro era diventato economicamente insostenibile continuare a vivere nella città. Ora vivono nell’indigenza totale e non hanno una fonte di reddito per sostenere se stesse ed i propri figli.
HIV e AIDS cosa sono?
L’HIV è un virus a RNA che appartiene a una particolare famiglia virale, quella dei retrovirus, dotata di un meccanismo replicativo assolutamente unico. Grazie a uno specifico enzima, la trascrittasi inversa, i retrovirus sono in grado di trasformare il proprio patrimonio genetico a RNA in un doppio filamento di DNA. Questo va ad inserirsi nel DNA della cellula infettata (detta “cellula ospite” o “cellula bersaglio”) e da lì dirige la produzione di nuove particelle virali.
Le principali cellule bersaglio dell’HIV sono particolari cellule del sistema immunitario, i linfociti T di tipo CD4, fondamentali nella risposta adattativa contro svariati tipi di agenti patogeni e oncogeni. L’infezione da HIV provoca, quindi, un indebolimento progressivo del sistema immunitario (immunodepressione), aumentando il rischio sia di tumori che di infezioni da parte di virus, batteri, protozoi e funghi.
L’AIDS, altrimenti nota come Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, rappresenta lo stadio clinico terminale dell’infezione causata dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV, Human Immunodeficiency Virus).
HIV e AIDS in Kenya
Il Kenya – oltre 50 milioni di abitanti – risulta essere il terzo Paese al mondo colpito dall’HIV: 1,6 milioni i contagiati, e più della metà non ne sono consapevoli. Negli anni, il Paese ha fatto progressi notevoli, ma ancora un’elevata percentuale di sieropositivi affronta elevati livelli di discriminazione e stigmatizzazione, che impediscono e condizionano l’accesso al trattamento.
La diffusione dell’HIV è dovuta alla forte densità e mobilità della popolazione nelle contee e le persone che vivono con il virus risiedono per lo più nelle baraccopoli. Come un’ampia letteratura evidenzia, l’HIV/AIDS non è soltanto un problema sanitario ma ha profonde implicazioni sociali, economiche e istituzionali. Diversamente dalla malaria e dalla tubercolosi, l’HIV/AIDS è una malattia a lungo termine e colpisce prevalentemente la fascia più produttiva della popolazione compresa tra i 15 e i 50 anni, creando sul sistema uno shock a tutti i livelli (individuale, familiare, della comunità, e – laddove il tasso di prevalenza sia elevato – nazionale) e innescando una spirale distruttiva che produce effetti che perdurano anche dopo la morte del soggetto che ha contratto il virus. Soprattutto nei Paesi con più alta prevalenza, l’HIV/AIDS sta avendo ripercussioni negative sul settore agricolo (incidendo in particolare su produzione e produttività), sulla sicurezza alimentare, sulle economie e i sistemi sociali rurali, compromettendo i progressi finora raggiunti nel campo dello sviluppo.
Sebbene la correlazione tra povertà e HIV/ AIDS sia ancora una questione dibattuta, l’HIV/AIDS è stata definita una “malattia della povertà”: l’evidenza mostra che i poveri sono più vulnerabili alle malattie e meno capaci di affrontarle per diverse ragioni, quali mancanza di informazione, limitatezza di risorse disponibili, scarso accesso ai servizi sociali di base. Le profonde disparità di genere che in molte parti del mondo tuttora permangono determinano un impatto sproporzionato dell’HIV/AIDS sulle donne, in particolare quelle che vivono nelle zone rurali.
In cosa consiste il progetto
Per rispondere a questi problemi abbiamo attivato, negli ultimi 2 anni, un progetto di inclusione socio-economica attraverso la formazione e la produzione di maglioni, pullover, cardigan e scialle fatti a maglia, cesti da viaggio e della spesa, borse da donna.
I manufatti prodotti vengono poi venduti, dalle donne partecipanti al progetto, ai turisti nei mercati locali e questo genera per loro una piccola fonte di reddito indispensabile per mantenere se stesse e i propri figli.
Attualmente sono attivi 2 gruppi di donne: Kibera slum Women Group nella contea di Nairobi (15 donne) e Gruppo Donne Kanyadigiro a Rongo, Migori (16 donne).
Per l’anno 2024 vorremo espandere il progetto formando 2 nuovi gruppi di donne in località più periferiche e rurali rispetto a quelle già attive, in particolare nel Villaggio di St Dalmas nella provincia di Rongo-Migori(25 donne) e nel Villaggio di Malaa, provincia di Kangundo-contea di Machakos (20 donne).
Le attività che svolgeremo sono:
- corso di formazione, per 45 donne affette da HIV, per affinare le competenze per la produzione di maglioni, pullover, cardigan e scialle fatti a maglia, cesti da viaggio e della spesa e borse da donna;
- tutoraggio, attraverso visite alle donne durante la produzione dei manufatti per verificarne la corretta realizzazione e tempistica;
- visite di scambio: le donne vengono accompagnate a visitare altri gruppi già attivi impegnati nella medesima attività per uno scambio di idee e consigli utili per l’avvio delle attività di micro imprese;
- acquisto materiali necessari per la produzione: filati per maglieria e lana e perline;
- produzione e vendita di maglioni, pullover, cardigan e scialle fatti a maglia, cesti da viaggio e della spesa e borse da donna.
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