7/08/2015 – Il Consiglio delle Chiese del Sud Sudan sostiene la proposta di pace presentata dal blocco regionale del Corno d’Africa riunito nell’organismo intergovernativo per lo sviluppo (IGAD). Nonostante le lacune presenti, il documento stilato rappresenterebbe, a detta dei vescovi del Sud Sudan, l’unica soluzione alla carneficina in corso nella giovane nazione.
All’apertura della conferenza annuale dei vescovi cattolici tenutasi a Juba martedì, mons. Paulino Lukudu Loro, arcivescovo di Juba, ha detto: «Le consultazioni in corso tra i ribelli e le forze governative dovrebbero portare a un accordo di pace entro fine mese, se questo non accadrà significa che si continuerà a versare sangue, uccidere, rubare, morire, generare profughi, rifugiati e così via. E’ questo che si vuole per il Sud Sudan?».
L’arcivescovo Loro ha anche commentato la proposta di pace presentata dall’IGAD: «Sappiamo che non è perfetta, ma pur sempre meglio che trascinare oltre questa guerra». Secondo il documento, è stabilito un 53% dell’esecutivo di governo al presidente Salva Kiir, il 33% al leader dell’opposizione Riek Machar, mentre gli ex detenuti e gli altri partiti politici si dividono il restante 14%.
Il compromesso prevede inoltre che i ribelli controllino il 53% del potere negli stati di Jongley, Unity e Upper Nile, dove il governo avrà il 33% e le restanti forze politiche il 14%. Il presidente Kiir ha già risposto che non intenderà firmare l’accordo nella misura in cui rimarranno definite queste spartizioni. Ma mons. Loro vede come necessario e inevitabile il compromesso: «Ci sono molte questioni che non risultano trattate correttamente, che non sono giuste e che devono essere sistemate, ma vogliamo sottolineare che, alla fine della trattativa, non dovrebbe finire tutto nel disordine, bensì con la sigla definitiva della pace per il bene del Sud Sudan».
I negoziati riprenderanno ad Addis Abeba, in Etiopia. I negoziatori del governo sono partiti da Juba per Addis Abeba mercoledì e dovranno deliberare sulla bozza di accordo entro metà agosto, quando le parti in causa saranno chiamate a firmare un accordo definitivo.
(fonte: Sudan Tribune)