28/03/2015 – Nel protrarsi dell’emergenza e del conflitto, il Sud Sudan porta con sé anche tutto il pesante fardello rappresentato dalla crisi alimentare.
Secondo i dati raccolti dal Piano Alimentare Mondiale, un esteso sforzo umanitario è servito per scongiurare una carestia nel 2014. L’agenzia delle Nazioni Unite ha dichiarato di aver distribuito 190.000 tonnellate di cibo per via aerea, fluviale e terrestre, assistendo 2,5 milioni di persone nel Paese durante lo scorso anno.
Ora si teme per la stagione delle piogge, che inizierà a maggio e per sei mesi metterà in ginocchio anche l’assistenza umanitaria, rendendo intere aree inaccessibili (quasi il 60% della superficie totale) a causa delle devastanti alluvioni.
Se già prima dell’inizio del conflitto il 50,6% della popolazione del Sud Sudan viveva al di sotto della soglia di povertà, i fatti dell’attualità costituiscono un’ulteriore minaccia alla sicurezza alimentare: basti pensare che l’80% della popolazione non è riuscita a coltivare l’alimento base (il sorgo) durante l’ultima stagione di semina.