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29 Luglio 2021

Vita di padre Cesare: il ricordo di padre Luciano Perina e la capra in dono

Continua la scoperta della vita di padre Cesare Mazzolari con la testimonianza di padre Luciano Perina, tratta dall’articolo “Pastore mite per un popolo fiero”, comparso su Nigrizia. Questa volta padre Perina narra l’operato di padre Mazzolari con l’avvio delle tante scuole aperte nelle diverse Missioni dove lui ebbe modo di operare.

Scuole umili per dare istruzione ai bambini sudsudanesi. Un giorno alcuni di loro per ringraziare padre Cesare gli regalarono una capra, proprio come accadde in una delle scuole “satellite” (Agany), nella parrocchia di Mapuordit.

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“Una capra in dono”, padre Luciano Perina, da“Pastore mite per un popolo fiero”, Nigrizia.

«Non so quale angelo abbia protetto e benedetto l’opera di mons. Cesare. In situazioni disperate, infatti, egli è riuscito ad aprire nuove missioni: Yirol (1991)   Mapuordit (1992), Marial Lou (1994), Agang Rial (1995) e perfino una “parrocchia itinerante”. 

Nel 2001, quando dal Nord Sudan fui destinato alla diocesi di Rumbek, nella missione di Agang Rial, trovai che le parrocchie erano 12, in ognuna delle quali c’erano una scuola, con migliaia di alunni, e un dispensario con personale medi co specializzato nella cura della lebbra e della tubercolosi. Il solo commento che potei fare fu: «Questo vescovo ha fatto, e sta facendo, miracoli».

Impossibile elencare tutti i nomi delle scuole e delle cliniche mediche aperte e sostenute da mons. Mazzolari. Da ogni “scuola di missione” dipendevano – e tuttora dipendono – decine di scuolette nel bosco circostante. Noi le chiamiamo “scuole satellite”. In alcune di queste, le aule sono costruite con mattoni di fango cotti al sole e hanno un tetto di paglia. In altre, invece, gli alunni si siedono per terra all’ombra di un grande albero. Nella parrocchia di Mapuordit, per esempio, se ne contano 20, con 7.000 alunni. Il totale degli scolari presenti nelle scuole della diocesi si aggira attorno ai 60mila. Due anni or sono – ero al termine del mio secondo incarico di provinciale dei comboniani in Sud Sudan – mi recai con mons. Mazzolari in visita alla “scuola sa tellite” di Agany, nella parrocchia di Mapuordit. Sembrava una scuola vera e pro pria: c’erano il direttore, il suo assistente, 15 insegnanti e 750 alunni. Il vescovo volle incontrare tutte le classi, dalla prima elementare alla terza media. Per tutti ebbe una parola di incoraggiamento. Durante l’assemblea generale con tutti gli alunni e i maestri, un ragazzo di quinta elementare chiese la parola: «Gli alunni di questa scuola hanno deciso di mettere assieme le monete che avevano in tasca e farti un regalo». Ed ecco spuntare dal folto gruppo un ragazzino che si trascinava dietro una capra. Ci fu un urlo di gioia e un battimani che non finiva più. Ho visto il vescovo profondamente commosso.

L’alunno continuò: «Questa capra è per te, vescovo, perché sei venuto a visitarci e a parlare con noi. Quando torni a Rumbek, mangiala, così diventerai più forte e potrai ancora venire a visitarci». Mandando giù il grosso nodo che gli bloccava la gola, mons. Mazzolari rispose: «È bello riceve re una capra in regalo. Sarà bello anche mangiarla, perché io rimanga forte. Ma sarà più bello per me venire a visitarvi di nuovo. Sarà, infine, bellissimo se tutti voi riuscirete a essere promossi, così che possiate prepararvi a essere persone capaci di aiutare i vostri fratelli e le vostre sorelle che non possono frequentare la scuola co me voi». In parole semplici, il vescovo aveva reso chiara la visione che aveva del la scuola: un mezzo indispensabile per rendere le persone finalmente protagoniste del proprio destino e attive nella ricostruzione del loro paese».

P.S. torniamo la prossima settima sempre con la testimonianza di padre Perina.

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