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12 Luglio 2021

Le Missioni di Cesar: lettere da Yirol (parte quarta)

Concludiamo il viaggio a Yirol pubblicando due lettere di padre Cesare. Testi scritti di sua mano, che permettono a noi di conoscere lo stato di grande povertà e i bisogni della popolazione di Yirol. La cosa che colpisce è che a Yirol mancava davvero tutto e per tale ragione era davvero necessario scrivere lettere per raccontare il grave stato di povertà locale. La ragione che spingeva Mazzolari a fare questo era la volontà di portare aiuto concreto ai sud sudanesi e aiutarli a rinascere.

Le lettere sono scritte da Yirol, una a Natale del 1991, l’altra nel mese di giugno del 1992.

Natale 1991

Yirol, Natale, 1991

Carissimi,

per il Natale del 1991 mi trovo a Yirol, nella zona dei guerriglieri della mia diocesi di Rumbek nel Sud Sudan.  E’ la stagione secca e tutto è brullo e la gente vive nella vera povertà. Noi quattro missionari siamo a Yirol dal 10 Novembre e finora siamo alloggiati in casa altrui, come Maria e Giuseppe. Nel nostro caso siamo nella casa della Croce Rossa, che ha lasciato Yirol nel Settembre di quest’anno. Adagio, adagio prepareremo il nostro abitato e quello delle suore e dei laici missionari. Per Pasqua del ’92 saremo tutti in casa nostra, se non troveremo grosse difficoltà.

Di lavoro non ne manca: catechismo a piccoli e grandi, insegnamento di religione nelle scuole, preparazione della chiesa e scuole in stilo africano e poi il lavoro per preparare le nostre dimore.  Siamo anche noi a piedi, come Maria e Giuseppe, anzi a noi manca anche l’asino. Tra poco speriamo che ci arrivi una bicicletta per accorciare un po’ le distanze.  La zona è relativamente tranquilla e un po’ isolata, ma non mancano gli abitanti. A Yirol ci son 15.000 persone e nelle vicinanze almeno 400.000.

Per il Natale del 1991 siamo qui a mani vuote. Non abbiamo cose materiali (vestiti, soldi, sapone o sale, etc,) da dare alla gente. Infatti loro stessi ci aiutano in tanti modi.  Per tutte queste ragioni, penso che Gesù si troverà’ a casa sua tra noi poveri missionari e popolazione di Yirol per il Natale del 191. E che Gesù sia? con noi abbiamo tanto bisogno. Abbiamo bisogno che Gesù ci dia soprattutto PACE e poi la capacità di ritornare a vita normale e umanamente dignitosa. I nostri bambini han bisogno di cibo, vestiti, scuole e tante altre cose essenziali: acqua pulita, quaderni, libri e una casa che pos sano chiamare casa loro.

Preghiamo insieme perché’ il Natale del ’91 porti il popolo Sudanese un passo piu’ vicino alla vera e duratura PACE. Buon natale e Anin20 1 uovo e restiamo uniti nella Preghiera.

Con affetto

Padre Cesare Mazzolari, missionario Comoboniano

 

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Giugno 1992

14.6.1992 

Carissimi, 

Un saluto di pace e solidarietà dalla terra sofferente del Sud Sudan! Scrivo a nome del popolo di Yirol e della Diocesi di Rumbek. Qui il nostro popolo sta’ portando una croce veramente pesante e manda un grido perché’ noi e voi vi uniate a loro come buon Cireneo nell’aiutarli a postare la loro croce.  L’undici Aprile di quest’anno, contro ogni previsione, le forze governative di Khartoum presero Yirol e distrussero o saccheggiarono ogni cosa. Fu un attacco improvviso e spietato. Il Popolo e noi scappammo da Yirol proprio alla vigilia di questo attacco e ci portammo in zona sicura. Grazie a Dio! 

Un padre sudanese della nostra team pastorale rimase con la gente, mentre tutti i sacerdoti europei dovettero uscire dal Sudan per prudenza e ancor più per ordine esplicito dai superiori di Roma. Siamo quindi in attesa che le cose si sistemi no e poi potremo rientrare.  La nostra gente è diventata una massa di rifugiati nel loro stesso paese. 50.000 di loro si trovano ammassati come pecore a 60 Km da Yirol nei villaggi di Aluakluak e Agutran. Appena abbiamo saputo dove si trovavano abbiamo mandato aiuti specialmente di cibo. Quindi in maggio ricevettero immediatamente un po’ di fagioli, sorghum e 150 tonnellate di granoturco. Ma questo non era sufficiente. 

Ci decidemmo allora di rischiare il tutto e andammo nel Sudan per far loro un visita. Quel che trovammo era che non c’erano solo 54.000 rifugiati dalla nostra missione, ma bensì 150.000 persone da diverse parti della stessa zona in cinque piccoli villaggetti: Aluakluak, Agutran, Mamer, Akot e Karic. Gente in uno stato pietoso.  Questi 150.000 si sono ammassati nei cinque villaggi per terrore della guerra e massacri. Vennero da Tali Post nel sud per fuggire alle atrocità perpetrate contro di loro dalla milizia dei Mundari. Vennero dal nord di Rumbek dovuto ai massacri dei Nuer. Dalla zona di Yirol un grosso numero fuggì dalle forze occupanti del governo che sistematicamente bruciano al suolo tutti i villaggi e tutto il cibo nel raggio di 25 KM. Questa povera gente in fuga sentirono che c’era un po’ di cibo ad Aluakluak e naturalmente vennero in cerca di sopravvivenza. 

Questa gente affamata oltre alla mancanza di cibo soffre per mancanza di medicine e ancor più per mancanza di abitazioni. Si ammucchiano sotto grandi piante, ma sono senza tetto e adesso e la stagione delle grandi piogge. La loro vita è una continua lotta per sopravvivere la fame e le intemperie. Appena ritornati a Nairobi dalla nostra visita abbiamo mandato altre 150 tonnellate di sorghum, 10.000 coperte e 2.000 kg di fogli di plastica per protezione contro le piogge. Ma questo è ben poco per 150.000 persone senza tetto ed affamate! Ci rivolgiamo a voi perché’ con le vostre offerte ci diate una mano a sollevare il peso della sofferenza dalle spal le di questi 150,000 poveri nel Sud Sudan. Ogni offerta sarà una vera benedizione per loro. 

Grazie per il vostro interesse e cooperazione. Il Dio di ogni generosità vi benedica largamente. 

Padre Cesare Mazzolari. Amministratore Apostolico Diocesi di Rumbek

 

P.S. Torniamo presto con la Missione di Aliat! 

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