Ancora una volta l’incontro tra il presidente sud sudanese Salva Kiir e quello sudanese Omar Hassan Al-Bashir, si è concluso con un nulla di fatto riguardo la contesa regione di Abyei, un territorio ricco di petrolio a confine dei due Stati rimasto zona franca dopo la divisione. La regione è abitata in maggioranza dalle comunità di etnia Ngok Dinka, di origine e cultura sud sudanese, e il referendum, deciso in accordo con le Nazioni Unite e l’Unione Africana per far scegliere alla popolazione locale con chi stare, che si sarebbe dovuto tenere a ottobre, è fortemente contestato dal governo di Khartoum che teme per questo il risultato. Anche perché le comunità Ngok Dinka pochi giorni fa hanno detto di voler svolgere in autonomia il referendum, e questo rende probabile l’esclusione di quelle comunità nomadi del Sudan che tradizionalmente vivono nella zona di confine tra i due paesi, sostenute da Khartoum. Una lettura che ovviamente non condivide Salva Kiir convinto che sia giusto che a decidere sia la maggioranza, e rimanda al mittente le accuse, affermando che il Sudan vuole mantenere lo stallo solo per poter continuare a tenere il controllo degli idrocarburi in un territorio che deve appartenere al Sud Sudan.
Anche se d’accordo sulle linee di principio riguardo l’amministrazione e la gestione della regione, la soluzione dello status di Abyei resta dunque una questione aperta tra i due Stati.