Le notizie che arrivano dall’Africa ci informano che in Sud Sudan si è registrato nei giorni scorsi il primo caso di Covid-19. Per precauzione da giorni tutte le scuole, comprese la Loreto School di Rumbek e il Mazzolari Teachers College di Cueibet, dove stiamo implementano progetti formativi sono state chiuse come testimonia la fotografia sopra relativa alle ragazze della Loreto School che lasciano l’istituto per tornare a casa.
Allo stesso modo sono stati sospesi tutti gli incontri e le riunioni pubbliche, compresi i servizi religiosi. Inoltre, sempre in via precauzionale, tutti i voli in entrata e in uscita dal Sud Sudan sono stati bloccati.
In questi giorni abbiamo parlato con il nostro logista Moses direttamente sul campo a Rumbek che ci ha raccontato la situazione attuale: “Qui è attivo un coprifuoco per tutti dalle 20 alle 6 del mattino. Solo il personale che svolge attività essenziali è autorizzato a lavorare seguendo il normale orario, mentre tutti gli altri interrompono la loro attività a mezzogiorno.
E’ vivamente consigliato alle persone di non stringere la mano per salutarsi, ma in Sud Sudan questa pratica è davvero difficile da rispettare; ad ogni modo nel nostro ufficio della Diocesi ci siamo adeguati alle regole dando l’esempio agli altri. Qui sul campo stiamo proseguendo con alcune delle attività progettuali come le costruzioni, le trasmissioni radiofoniche, e stiamo tenendo incontri con il ministero dell’istruzione per capire come far fronte all’impatto della chiusura delle scuole sui bambini. Il rischio infatti è che senza scuola i ragazzi diventino più vulnerabili e possano essere influenzati a prendere parte a conflitti locali. Altri pericoli potrebbero essere il verificarsi dell’aumento della povertà e della malnutrizione per mancanza di cibo, che a scuole aperte i ragazzi possono ricevere, e il conseguente aumento dei bambini di strada. Rimaniamo ora in attesa di ricevere le prossime direttive del governo con la speranza che non si verifichino casi di contagio perché con la situazione in cui già riversa il Sud Sudan sarebbe un vero disastro”.
Anche in Sud Sudan c’è dunque molta preoccupazione, perché è impossibile sapere se il Paese sfuggirà o meno al virus, e perché in questo Paese mancano strutture sanitarie e dispositivi adeguati al trattamento del virus. La speranza però è che tutto, anche in questa terra già troppo martoriata, vada per il meglio.