Il 22 febbraio è stato raggiunto l’accordo di pace per il Sud Sudan, nella speranza di una formazione concreta di un governo di unità nazionale, che ha avuto al centro Salva Kiir, l’attuale presidente, e Riek Machar, leader dell’opposizione. Già erano stati fatti alcuni tentativi di pacificazione che però non avevano portato a risultati concreti in uno dei Paesi più poveri e tormentati da guerre interne che, negli ultimi sei anni, hanno causato la morte di circa 400 mila persone e oltre 4 milioni tra profughi e sfollati.
A rendere possibile la pacificazione tra i due leader è stato l’appello di Papa Francesco, che nei mesi scorsi ha invitato Kiir e Machar a Casa Santa Marta, per un ritiro spirituale conclusosi con il gesto di importanza epocale del Papa: il bacio ai piedi dei due esponenti politici in disaccordo tra loro da troppo tempo. L’accordo è stato l’inizio di un lungo cammino che, si spera, possa portare concretamente alla rinascita del martoriato Sud Sudan.
Nell’attesa che un nuovo governo prenda forma, il Sud Sudan si trova a dover fronteggiare un’altra tremenda calamità: una vera e propria invasione di centinaia di migliaia di cavallette giganti che, dall’Africa orientale, si stanno muovendo verso il Sud Sudan. Il rischio è che il loro arrivo determini la distruzione dei raccolti, con conseguente aumento della precarietà delle genti del Sud Sudan ( l’Onu ha già stimato oltre 40 mila persone a rischio).
