Da Misna: più di 60 persone sono morte nel crollo di una miniera d’oro nella località di Jebel Marra, nella regione occidentale del Darfur, già teatro di un conflitto e una grave crisi umanitaria.
La notizia dell’incidente, avvenuto tre giorni fa, è stata diffusa solo ieri. Le operazioni di soccorso sono ancora in corso ma procedono lentamente a causa della fragilità del terreno che crea il rischio di nuovi smottamenti e impedisce l’utilizzo di macchine o scavatrici. Il numero di morti potrebbe dunque salire, anche perché non è chiaro quanti siano i lavoratori ancora intrappolati a circa 40 metri sottoterra, e le speranze di ritrovare superstiti sono davvero flebili.
L’incidente è avvenuto in una zona di guerra, tra una popolazione già piegata da gravi crisi umanitarie, e lo sfruttamento dell’oro di questa miniera, aveva già scatenato rivalità tra le tribù locali causando un centinaio di vittime pochi mesi fà. Un’ennesima inutile tragedia legata allo sfruttamento delle risorse naturali che racconta più di tante parole perchè è importante sostenere un vero sviluppo e processi di istruzione di massa e di qualità delle nuove generazioni in quelle terre. Per insegnar loro ad essere popoli liberi capaci di prendere in mano le sorti e le risorse del proprio paese. E’ questo il cammino, lungo e difficile, che Padre Cesare voleva per il suo popolo sud sudanese e che noi stiamo sostenendo con il nostro impegno quotidiano in un paese che, dopo decenni di violenta e sanguinaria guerra civile, si trova oggi di fronte alla sfida più grande: rendere davvero il proprio un paese libero, avviare lo sviluppo e ritrovare la propria identità di popolo unico. Con l’aiuto nostro e di tutti voi.