Cari amici di Cesar,
tutti noi della fondazione vi auguriamo un felice Natale e un sereno Anno Nuovo, e che siano pieni di gioia, amore e di buoni risultati per tutti, a partire dai più bisognosi. Per questo Natale 2021 condividiamo le parole di p. Christian Carlassare, vescovo di Rumbek. Auguri a voi tutti dalla famiglia di Cesar.
Non sembrava nemmeno Dio, p. Christian Carlassare, Vescovo di Rumbek (Sud Sudan)
Santo Natale 2021
Carissimi,
La celebrazione del Natale si sta avvicinando. Ed è una delle ricorrenze che ha marcato di più e, credo, tuttora marca la nostra vita e il passare degli anni. Alla data prefissata ognuno celebra il proprio compleanno. Ma questo compleanno, anche quando ci si dimentica del festeggiato, rimane la festa di tutti. Questo succede anche in Africa, e più precisamente in Sud Sudan. Il Natale è la festa di tutta la popolazione. Si raduna tutta la comunità per celebrarla e, in essa, tutta la comunità ne è vivificata e in qualche misura rinata. Quindi è bene riconnettersi con questa realtà: celebriamo la nascita di Gesù e, in Lui, la nascita di una nuova umanità.
Il 2021 è stato l’anno più insolito della mia vita. L’ho cominciato con una prolungata celebrazione del Natale perché sono stato impegnato nell’incontro di diverse comunità cristiane fino alla festa del Battesimo del Signore tenuta il 10 gennaio scorso. L’ho celebrato prima in cattedrale a Malakal, poi con gli sfollati nel campo ONU fuori città, e nei giorni successivi visitando le comunità cristiane di Koradaar, Palloch e Mellut che da tempo non ricevevano la visita di un sacerdote. Ho visto tanta povertà ed abbandono. Solo la loro solidarietà e condivisione sono stati segno di un Natale vero e vissuto.
L’8 marzo è arrivata la nomina a vescovo di Rumbek del tutto inaspettata. Il 19 marzo ho salutato Malakal e, passando qualche tempo in Giuba, ho raggiunto Rumbek il 15 aprile. Dopo soli 10 giorni sono stato vittima di un attentato. Questo incidente ha, a dir poco, stravolto i miei piani ed aspettative. Ho fatto esperienza della mia debolezza pur nel conforto di poter essere curato in un letto d’ospedale, e di sentirmi accompagnato da tante persone che sono state solidali con me sia nel servizio concreto che nel sostegno a distanza che nella preghiera. Credo di aver colto un po’ di più il senso dell’umiltà nel sapermi servo inutile o, meglio, servo qualsiasi senza utili, senza pretese proprie o ambizioni. Ho capito che il senso della mia vita potrebbe essersi semplicemente riassunto nell’attimo in cui sarebbe stata definitivamente data, forse inutilmente; solo Dio lo sa. Ho percepito il valore della pazienza che sa dare tempo ai processi umani, spesso complessi, senza darsi per vinti accettando il male. La sapienza di Dio e la forza del suo amore si esprimono perfettamente nella mia ingenuità e fragilità. Il Signore è stato presente durante ogni istante, ma con una delicatezza tale da non farsi nemmeno riconoscere. Gesù si è fatto così vicino a noi da non sembrare nemmeno Dio.
Ed è per questo che oggi lo vedo farsi presente nei volti di tanti bambini o giovani di Rumbek che guardano alla Chiesa come alla famiglia di Nazaret: pronta ad accoglierli, a proteggere la loro vita e dar loro un’opportunità, una speranza. Prego perché, rispondendo generosamente alla nostra chiamata cristiana e al nostro mandato, possiamo condividere con loro la vita nuova che abbiamo ricevuto da Gesù, una vita finalmente libera da tante costrizioni, paure ed incertezza. Questo è quello che la nostra diocesi di Rumbek sta cercando di fare grazie alle tante persone sul campo (missionari/e, collaboratori laici) e sostenitori che contribuiscono perché l’opera di evangelizzazione e promozione umana continui. L’intervento nel campo dell’istruzione è di vitale importanza per promuovere la trasformazione sociale a partire dalle persone stesse che sono la più bella risorsa del paese.
Per questo ringrazio il sostegno che Fondazione Cesar continua a garantire e per quello che essa rappresenta per la diocesi. Oltre all’aiuto nei progetti scuola, ricordo il supporto al corso di formazione dei maestri di scuola primaria a Cueibet (Teacher Training Center), le borse di studio per alcuni studenti universitari, i pannelli solari al centro per la promozione della donna “Santa Monica”. E’ stato sostenuto anche il programma di nutrizione per combattere la malnutrizione infantile come anche alcuni costi amministrativi della diocesi per offrire questi servizi.
Colgo anche l’occasione di condividere che, alla luce di quanto mi è successo, ritengo importante che la diocesi di Rumbek dia nuova vita al centro di cura del trauma promosso in passato da mons. Cesare Mazzolari. In un contesto di conflitto, tutte le persone portano le ferite di una cultura o ambiente che perpetua violenza attraverso la legge in cui è il più forte a sopravvivere alle spese del più debole. Ritengo dunque necessario riaprire il centro di ascolto dove, alcune persone competenti, possano proporre percorsi di riconciliazione, giustizia e pace. Nei primi mesi del 2022 terremo in diocesi dei ritiri per gli agenti pastorali con delle sessioni di condivisione guidate dal gruppo Solidarity with South Sudan. Sarà poi necessario continuare con programmi che curino la formazione di leaders del posto che possano prendersi a cuore la risoluzione dei conflitti locali o violenze familiari. Questo processo si basa sulla dignità di ogni persona superando le tre comuni dicotomie: quella etnica tra clan e tribù, quella sociale tra chi è potente e chi non conta nulla nella società, quella antropologica tra uomo e donna in una società fortemente patriarcale. Il mio motto episcopale ispirato dalla lettera di san Paolo ai Galati trova una chiara applicazione anche in questo progetto. “Non c’è né giudeo né greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è maschio né femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,28).
Vi lascio dunque con i miei più sinceri auguri di buon Natale perché Gesù ci faccia vivere una vita rinnovata nell’amore che si esprime nell’unità e nella comunione.
Padre Christian Carlassare
Missionario Comboniano
vescovo eletto di Rumbek