“Sono felice e gioioso di questo riconoscimento a me come persona ma, soprattutto, è un premio dato all’impegno della chiesa, al popolo e ai missionari e del Sud Sudan che danno il loro contributo alla pacificazione del Sud Sudan. Un premio che vuole portare un messaggio di pace in Sud Sudan e che vuole anche fare memoria di padre Cesare Mazzolari che ha dato la vita e ha svolto un grande lavoro per la chiesa in Sud Sudan. Un testimone che raccolgo per portarlo avanti”.
Queste le parole di padre Christian Carlassare, Vescovo di Rumbek, poco prima della ricezione di Premio Cuore Amico 2021, tenutosi oggi 23 ottobre a Brescia, nel complesso di San Cristo, dove hanno sede i Missionari Saveriani.
Il Premio Cuore Amico, alla sua XXXI edizione, è arrivato il giorno precedente la Giornata Missionaria Mondiale, ed è stato un momento nel quale padre Christian ha ricordato il suo arrivo in Sud Sudan 16 anni fa, il suo essere missionario nelle zone di periferia e la nomina a vescovo di Rumbek, da lui definito un “dono”, per continuare ad agire come missionario per il popolo del Sud Sudan.
Un popolo che padre Carlassare ci ha raccontato definendolo: “Un popolo resiliente, che riesce a vivere in mezzo a tante contraddizioni e conflitti ma che, nonostante tutto, riesce ad andare avanti nel suo vivere nel gruppo grazie alla solidarietà e all’amicizia che permette alla vita di andare avanti”.
Con il Premio far ripartire il Centro di ascolto e di cura del trauma
Padre Christian ha ricevuto il premio da don Flavio Dalla Vecchia, Presidente di Cuore Amico, eha annunciato che con il premio ricevuto andrà avanti a lavorare con la Diocesi di Rumbek per la riattivazione del Centro di ascolto e di cura del trauma, per continuare il lavoro basato sulla evangelizzazione, giustizia e pace fondato una decina di anni fa da padre Cesare Mazzolari. Lo scopo è quello di far ripartire il Centro di cura del trauma per renderlo nuovamente funzionante e pronto a aiutare la popolazione del Sud Sudan profondamente traumatizzata dal contesto di continui conflitti dove è nata e vissuta.
L’intento, a quanto è emerso dalle parole di padre Carlassare, è di: “Dare più forza al centro di ascolto fermatosi in questi dieci anni, per accogliere le persone vittime di traumi e che, allo stesso tempo, sia in grado di formare agenti pastorali abili ad aiutare il prossimo a superare il trauma nei contesti di conflitto, a riprendersi dai traumi provocati dalla guerra in Sud Sudan. La riconciliazione è un elemento fondamentale per il popolo sud sudanese e quando ci sono conflitti interni la riconciliazione la si fa con le comunità locali attraverso una riconciliazione tradizionale, con i capi locali e con i religiosi locali e con gesti tradizionali ma, come Chiesa dobbiamo deve essere presenti per insegnare una riconciliazione diversa, fatta di parole e di comitati di giustizia e pace presenti sul territorio per portare, da una parte aiuto spirituale e, dall’altra parte di aiuto pratico alle comunità sfollate- in particolare alla donne- che hanno perso tutto a causa dei conflitti. Ed è grazie al Premio di Cuore amico e alla tante persone realtà che aiutano il Sud Sudan, intendiamo andare avanti con il progetto di aiuto e riconciliazione per il superamento del trauma”.
Gli altri premiati
Oltre a padre Carlassare, sempre per la sezione “religiosi”, il premio è stato consegnato a suor Filomena Alicandro, Missionaria dell’Immacolata – PIME, impegnata in Bangladesh per la promozione delle donne bengalesi, alle quali ha insegnato a cucire per cinquant’anni. Premiato per la sezione “laici Riccardo Giavarini, fidei donum in Bolivia da anni, al servizio di carcerati e ragazzi di strada, contro lo sfruttamento sessuale e la tratta di minori.
Assegnato anche il Premio Carlo Marchini (terza edizione), a suor Jane Maria da Silva, religiosa brasiliana delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), direttrice del centro “Maria Maddalena Morano” a Barbacena (Minas Gerais) e, ancora prima, nel centro di accoglienza realizzato dall’Associazione Carlo Marchini a Nova Contagem, intitolato a “Chiara Palazzoli”, giovane bresciana molto attiva nel volontariato, scomparsa prematuramente. Con questo gesto e contributo l’Associazione Carlo Marchini Onlus rimarca il suo impegno quasi trentennale a sostegno dell’infanzia in Brasile.