Dopo il 1947 anni di Guerra Civile
Continua il viaggio nella storia del Sud Sudan con la seconda parte del nostro racconto. Per molti anni il Sud Sudan è stato scena della Prima e della Seconda guerra civile sudanese, messa in atto dall’Esercito di Liberazione del Popolo del Sudan (ELPS) al fine di ottenere l’indipendenza dal Sudan. Dopo il primo conflitto civile, nel 1972 venne formata la regione autonoma del Sud Sudan, abolita nel 1983. In seguito cominciò la Seconda guerra civile terminata nel 2004 con la pace di Naivasha. L’accordo tra l’ELPS e ed il governo centrale mise fine fine alla seconda guerra interna, permettendo la rifondazione dello Stato e la regolamentazione dell’ordinamento democratico del Sud Sudan e dello Stato centrale e dei loro rapporti. A conseguenza di questi continui conflitti in Sud Sudan è però mancata la costruzione delle infrastrutture e si è scatenata la distruzione di molte aree del Paese con la conseguente fuga di molti profughi. Nel corso dei conflitti sarebbero morte più di 2,5 milioni di persone, 5 milioni risultano essere gli emigrati all’estero, mentre altri hanno dovuto subire spostamenti dai loro paesi e dalle loro zone d’origine.
Il 2011 è l’anno della svolta verso l’indipendenza del Sud Sudan
Il cambiamento radicale per il Sud Sudan avvenne nei giorni tra il 9 e il 15 gennaio 2011, quando i cittadini del Sud Sudan decisero di staccarsi dal resto del Sudan e di dichiarare l’indipendenza. Molto elevata fu l’affluenza al voto, basti pensare che si recarono alle urne più del 96% degli aventi diritto di voto. Il 30 gennaio del 2011 si evidenziò come il 98,83% della popolazione sud sudanese fosse a favore dell’indipendenza. L’adesione alle urne fu così elevata, perché per votare a favore dell’autonomia molti sud sudanesi residenti al nord tornarono in patria, al sud, per andare a votare. Il 9 luglio del 2011 lo Stato del Sud Sudan venne definitivamente dichiarato indipendente dal nord e tra coloro che vissero il lungo cammino verso l’indipendenza vissuto dai sud sudanesi c’era anche padre Cesare Mazzolari.
Dopo l’indipendenza ancora instabilità governativa
Dopo l’ufficializzazione dell’indipendenza del Sud Sudan avvenuta il 9 luglio del 2011 rimasero comunque ancora complicati per certi aspetti i rapporti con il Nord. La motivazione era (e lo è ancora oggi) dovuta alla ripartizione dei proventi dai giacimenti del petrolio presenti per l’80% al Sud, mentre al Nord ci sono la maggior parte di impianti di raffinazione del petrolio. La situazione precipitò nel 2013 quando in Sud Sudan venne tentato un colpo di Stato, nel quale i sostenitori del Salva Kiir (etnia dinka) si scontrarono con i gruppi fedeli all’ex vicepresidente Riek Machar (etnia nuer), che era stato esonerato dal governo a causa dei forti contrasti con Kiir. La guerra interna scatenò immani violenze che causarono la morte di migliaia di persone e che obbligarono 4milioni di Sud Sudanesi a lasciare le proprie case fuggendo in altre aree del Sud Sudan o cercando riparo nei Paesi vicini. Una guerra civili che devastò e peggiorò ancora la situazione del Sud Sudan, un o degli Stati più poveri al mondo.
Il ruolo di Papa Francesco per l’accordo di pace in Sud Sudan
Il cammino verso la pace e la stabilità del Sud Sudan è stato ed è ancora lungo. Nel corso degli ultimi anni sono stati fatti alcuni tentativi di pacificazione che però non avevano portato a risultati concreti. Il Sud Sudan è uno dei Paesi più poveri e tormentati da guerre interne e negli ultimi sei anni i conflitti hanno causato la morte di circa 400 mila persone e oltre 4 milioni tra profughi e sfollati. Il 22 febbraio 2020 è stato raggiunto l’accordo di pace per il Sud Sudan, e successivamente formato un governo di unità nazionale, con Salva Kiir, l’attuale presidente, e Riek Machar, leader dell’opposizione. La pacificazione tra i due leader è stata possibile grazie all’intervento di Papa Francesco, che nel 2019 ha invitato Kiir e Machar a Casa Santa Marta, per un ritiro spirituale conclusosi con un gesto di importanza epocale del Papa: il bacio ai piedi dei due esponenti politici in disaccordo tra loro da troppo tempo. L’accordo è stato l’inizio di un lungo cammino che, si spera, possa portare concretamente alla rinascita del martoriato Sud Sudan.