27/01/2016 – E’ delle Nazioni Unite l’appello di ieri per l’inserimento nella lista nera dei leader sud sudanesi di governo e opposizione, Salva Kiir e Riek Machar, e per l’imposizione dell’embargo sulle armi in Sud Sudan. Secondo gli esperti dell’ONU vi sarebbero infatti prove di collegamento diretto tra i due partiti e le persone che hanno commesso crimini da entrambe le parti in conflitto. Da un rapporto confidenziale pare inoltre che alti funzionari del governo di Salva Kiir e del SPLM /A-IO (partito oppositore) sappiano esattamente quali crimini siano stati commessi. Se tale rapporto sarà approvato dai 15 membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ai due leader sarà vietato viaggiare e saranno attivate le procedure per il congelamento dei loro beni.
Lo scorso 22 gennaio i due oppositori politici Kiir e Machar sono stati protagonisti dell’ennesimo fallimento del tentativo di formare un governo di transizione e unità nazionale, come invece previsto dal processo di attuazione dell’accordo di pace firmato ad agosto.
Mentre in Sud Sudan accadeva questo, in Vaticano negli stessi giorni papa Francesco ha incontrato i vescovi e i rappresentanti delle conferenze episcopali di Sudan e Sudan rilanciando l’appello per la pace. «La comunità internazionale deve elaborare piani di pace alternativi se gli accordi raggiunti tra il governo del Sud Sudan e l’opposizione armata dovessero fallire», hanno chiesto vescovi del Sud Sudan e del Sudan al termine del loro incontro straordinario a Roma.
I vescovi sono preoccupati che il processo di pace possa fallire facendo precipitare il Sud Sudan nella categoria degli “Stati falliti”, ovvero Stati privi di un governo e di istituzioni funzionanti, col rischio di diventare facili prede di bande armate e di gruppi di guerriglia.
(fonti: Reuters, Sudan Tribune, Radio Vaticana)
28 Gennaio 2016