18/12/2015 – In risposta alle continue violazioni del “cessate il fuoco“ sia da parte del governo che delle forze di opposizione, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha deliberato l’aumento dei caschi blu in Sud Sudan, portandolo da 1.000 a 15.000 tra soldati e uomini della polizia. Il mandato della forza di pace è stato esteso per altri sei mesi, con l’obiettivo di garantire la protezione dei civili.
La Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (Unmiss) era stata istituita per consolidare la pace e la sicurezza già alla vigilia dell’indipendenza del Paese africano, avvenuta il 9 luglio 2011, al termine di un lungo processo di pace che aveva avuto inizio nel 2005 con la firma del Comprehensive Peace Agreement (Cpa) tra il governo del Sudan ed il Movimento popolare di liberazione del Sudan (SPLM).
In seguito alla grave crisi scoppiata nel Sud Sudan nel dicembre 2013, tuttavia, il Consiglio di Sicurezza ha rafforzato la missione di pace, orientando la priorità del suo mandato verso la protezione dei civili, il monitoraggio del rispetto dei diritti umani, il supporto per l’assistenza umanitaria e per l’attuazione degli accordi di cessazione delle ostilità.
Nella risoluzione di mercoledì 16 dicembre, il Consiglio di Sicurezza ha espresso grave preoccupazione sul fatto che «vi sono fondati motivi per ritenere che crimini di guerra e crimini contro l’umanità, compresi quelli relativi ad esecuzioni sommarie, stupri e atti di violenza sessuale, sparizioni forzate, uso di bambini nei conflitti armati, arresti e detenzioni arbitrarie nonché attacchi contro scuole ed ospedali, siano stati commessi sia dalle forze governative che da quelle di opposizione».
Al fine di contrastare le minacce e gli attacchi contro la popolazione civile, la risoluzione ha infine sollecitato una strategia di allerta precoce, comprendente la raccolta d’informazioni e il monitoraggio, oltre ad accertamenti su abusi perpetrati nei confronti di bambini e donne.
(fonte: NotizieGeopolitiche.net)
18 Dicembre 2015