Blog

6 Novembre 2015

SFOLLATI SENZA RITORNO

06/11/2015 – Sono migliaia le persone giunte nella capitale del Sud Sudan da Malakal dall’anno scorso ad oggi. La maggioranza è di etnia Shilluk. Ammassati nei campi profughi, gli sfollati non vedono vie d’uscita: tornare a casa è impossibile, e l’unica consolazione è data dalla natura, con la tregua concessa grazie al diminuire delle intense piogge stagionali che ha fatto rientrare l’emergenza colera scoppiata a giugno.

«La gente è scettica – ha detto mons. Vincent Mojwok Nyiker, vescovo emerito di Malakal – credere alla fine della guerra in Sud Sudan, come annunciato ieri dall’Igad, è molto difficile vista la situazione di migliaia di persone impossibilitate a fare ritorno a casa». Anche lui, insieme alle migliaia di sfollati, si trova a Juba dallo scorso anno. « Malakal è in mano alle forze governative ma i combattimenti che attraversano il Paese, in particolare le regioni petrolifere di Upper Nile e di Unity, l’hanno resa una città fantasma – ha proseguito il presule – mentre Kiir e Machar continuano ad accusarsi a vicenda nonostante i tanti accordi e gli scontri continuano, senza che i nodi politici, in particolare l’annunciata formazione di un governo di unità nazionale, siano stati sciolti».

Seyoum Mesfin, inviato speciale dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), ieri ha informato della firma di un nuovo accordo sulla sicurezza che dovrebbe segnare la conclusione della guerra civile cominciata nel dicembre 2013. L’intesa prevede il dispiegamento di unità militari e di polizia congiunte nella capitale Juba, ma anche nelle città di Bor, Malakal e Bentiu. A sottoscriverla, sulla scia dell’accordo di pace dello scorso 26 agosto, sono stati gli emissari del presidente Salva Kiir, del capo dei ribelli Riek Machar e degli oppositori di Pagan Amum. Stando all’accordo siglato, Juba dovrà essere presidiata da una forza mista composta da 4830 soldati, 1410 dei quali inquadrati ora nelle file dei ribelli.

(fonte: MISNA)

News dal Sud Sudan
About Giulia