16/09/2015 – In un messaggio diffuso nei giorni scorsi, il presidente Salva Kiir ha espresso pubblicamente il proprio scetticismo sulla sovranità nazionale futura e sull’unione all’interno del partito SPLM. Il principale accusato sembra essere l’IGAD Plus, l’organismo mediatore di cui fanno parte i Paesi del Corno d’Africa insieme a Unione Europea, Cina e Nazioni Unite.
A detta del capo di governo sud sudanese, che appena tre settimane fa firmava il compromesso insieme al rivale Machar, l’accordo di pace redatto dall’IGAD presenterebbe «numerosi motivi di divisione, troppe concessioni che ho accettato soltanto per tenere unito il partito». L’unità del partito: una necessità, questa, già espressa negli accordi di Arusha siglati lo scorso anno dalle due fazioni rivali, che concordavano sul fatto che avere il SPLM diviso significava frammentare automaticamente il Paese su basi etniche e regionali.
Così è effettivamente accaduto, fino alla sigla del nuovo trattato per la risoluzione del conflitto avvenuta il 26 agosto scorso, tra le molte riserve del presidente sud sudanese. «L’accordo di IGAD Plus mina alle basi il patto di riunificazione di Arusha e attacca seriamente la sovranità del Sud Sudan» ha detto evidenziando come la smilitarizzazione di Juba e altre capitali sia un segno tangibile della mancanza di un accordo raggiunto finora dalle parti. Non solo: secondo Salva Kiir, l’istituzione di una commissione congiunta per il monitoraggio e la valutazione presieduta da un membro esterno al Paese rappresenterebbe un’ulteriore violazione della sovranità nazionale.
«Non ho alcun dubbio che sia questo il tempo di voltare pagina, di giungere ad un accordo nonostante le differenze politiche che hanno portato tanta sofferenza nel nostro Paese, di trovare nuove basi per evitare altri conflitti al nostro interno» ha dichiarato Kiir. «Sta a noi parti politiche riorganizzarci perchè quanto abbiamo firmato con IGAD diventi realtà, tuttavia nella consapevolezza che il partito non sarà più unito».
(fonte: Catholic Radio Network)