27/05/2015 – Da aprile scorso l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta offrendo servizi di telefonia satellitare ai profughi presenti nel centro di protezione civile a Wau. L’obiettivo? Ritrovare familiari e parenti sfollati in altre località del Paese.
Il vice rappresentante dell’UNHCR per la protezione dei civili in Sud Sudan, Gregory Balke, ha affermato che le chiamate aiutano gli sfollati a parlare con le loro famiglie, superando così le frontiere del conflitto. Talvolta accade che i membri di una famiglia, di cui si ipotizzava la morte, siano in realtà vivi, e che questo venga scoperto dal parente interessato proprio attraverso una telefonata.
Finora quest’operazione ha facilitato più di 110 conversazioni telefoniche, rendendo possibile a molte famiglie sfollate di ripristinare il contatto con i propri familiari nelle quattro regioni circostanti.
“E’ stato un sollievo poter sentire la voce di mia moglie e sapere che lei e i bambini stanno bene, non li sentivo dall’inizio del conflitto” confessa James, rifugiato sud sudanese a Wau. “Grazie a questa telefonata ho dimenticato tutta la tristezza degli ultimi 18 mesi”.
(fonte: Catholic Radio Network)