Sono ormai molte le organizzazioni internazionali e le Ong che operano sul territorio sud sudanese, come la Ong internazionale Human Rights Watch, a protestare per la Legge sulla sicurezza approvata la scorsa settimana dal governo in carica del presidente Salva Kiir, giudicata da tutti repressiva e violenta, di cui chiedono ora l’immediata sospensione.
Le Legge autorizza il Servizio di sicurezza nazionale ad effettuare arresti anche senza un mandato di cattura delle autorità giudiziarie. L’unico obbligo è quello di far comparire il sospettato di fronte a un giudice entro 24 ore dal fermo. Norme dure messe in atto mentre ancora è in corso il conflitto tra Salva Kiir e i ribelli guidati dal suo ex vice Riek Machar, che potrebbero esacerbare gli scontri, con un vero e proprio attacco delle forze governative e così bloccare i negoziati, che sembrano invece arrivati a buon punto.
Nel programma di giustizia e pace che i missionari della Diocesi di Rumbek stanno portando avanti con il nostro, e vostro sostegno in queste settimane, gli obiettivi sono al contrario la volontà di fermare le armi e le violenze, il perdono e la serena convivenza tra i popoli del Sud Sudan per costruire insieme quel paese che con la lunga guerra civile combattuta fianco a fianco avevano sognato di veder nascere con una unica identità: quella del popolo sud sudanese.