Blog

5 Settembre 2014

TUTTI I LEADER CRISTIANI SCENDONO IN CAMPO PER LA PACE

“I capi tradizionali sono ispirati da Dio per lavorare per la pace nelle nostre comunità. Sanno risolvere le dispute sorte tra gli individui e tra i gruppi” con queste parole il vescovo pentecostale Michael Taban, presidente del Consiglio delle Chiese del Sud Sudan, ha rivolto un appello ai capi tradizionali e agli anziani perché contribuiscano a riportare la pace nel Sud Sudan. Il Consiglio delle Chiese del Sud Sudan è un organismo composto dalle 6 confessioni cristiane presenti nel paese: la Chiesa Cattolica, l’Episcopal Church of the Sudan, la Presbyterian Church of Sudan, l’African Inland Church, la Sudan Pentecostal Church, la Sudan Interior Church.

I leader religiosi hanno dichiarato di volersi impegnare a fondo per portare la pace e avviare la riconciliazione nel Paese, attraversato da mesi da un conflitto tra due poteri che è sfociato anche in scontro etnico, tra i Dinka (l’etnia del presidente Salva Kiir) e i Nuer ( l’etnia del contendente, Riek Machar) con numerosi episodi di violenza anche tra comunità vicine.

Gli anziani e i capi locali, così come i leader religiosi, hanno un ruolo fondamentale per la riconciliazione delle comunità, autorità stimate e riconosciute da tutta la popolazione, ed è quindi fondamentale che si impegnino in prima persona per la pace. Ed è un impegno che, secondo il presidente del South Sudan Council of Churches, i capi tradizionali hanno già sottoscritto, condividendo la missione di lavorare per la riconciliazione e per la costruzione della pace. Una notizia che da speranza, considerando l’alta autorità dei leader religiosi.

Sino ad oggi, infatti, anche gli ultimi accordi di pace, siglati a giugno, sono rimasti lettera vuota, e della costituzione del governo di unità nazionale, promessa dai leader in lite fin dallo scorso maggio, non vi è ancora traccia. Una situazione esplosiva che impedisce ogni ritorno alla normalità, con continue fughe di persone terrorizzate dalle violenze, campi e coltivazioni distrutti, migliaia di sfollati ammassati in ricoveri di fortuna, tra fango, fame e pandemie.

Serve la pace, per ridare dignità ad un popolo che ha già vissuto l’orrore di una lunga guerra e ora vuole solo poter scrivere un futuro diverso, per se e per i propri figli. Serve la pace per ricominciare, insieme, la strada dello sviluppo, dell’educazione, della crescita. Nell’attesa che questo accada, però, possiamo aiutarli a vivere. Possiamo curarli, dar loro da mangiare, guarire le ferite. Anche quelle dell’anima, grazie al lavoro dei nostri missionari.

Possiamo, perché hanno un amico come te. Non lasciamoli soli.

Dona ora

News dal Sud Sudan
About Giulia