Un anniversario insanguinato da una grave crisi umanitaria e alimentare
Alla vigilia del terzo anniversario d’indipendenza della giovane Repubblica del Sud Sudan, il prossimo 9 luglio, la situazione nel Paese appare ogni giorno più drammatica. Il conflitto iniziato lo scorso dicembre tra governo e ribelli ha costretto in questi mesi più di un milione di persone a lasciare le proprie case, profughi spesso ammassati in campi di fortuna, senza più nulla, soccorsi dalle numerose Ong presenti sul territorio e dai volontari e missionari delle Diocesi.
Una crisi umanitaria che l’arrivo delle piogge ha reso esplosiva, con i primi casi di colera (2.488 casi, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari, con 59 morti accertati in 7 Stati del Sud Sudan) e quattro milioni di persone che stanno rischiando la fame. L’intero settore agricolo, infatti, è in ginocchio, gli scontri hanno impedito le semine e molti campi sono stati devastati e dunque la produzione di cereali è ferma, e le riserve di cibo sono quasi esaurite.
La crisi più grave potrebbe arrivare già ai primi di agosto. Il presidente Salva Kiir ha avvertito che il Paese rischia “una delle peggiori carestie della sua storia”, ai danni di almeno un quarto della popolazione. Già lo scorso maggio l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur) aveva in realtà avvertito che “il numero di civili in fuga continua ad aumentare e non si fermerà nelle prossime settimane, anche per fuggire dalla carestia”.
Il Disasters Emergency Committee inglese, che riunisce 13 grandi organizzazioni britanniche impegnate in Sud Sudan, ha lanciato un appello: per scongiurare la catastrofe, ormai alle porte, servono circa 194milioni di dollari, più del doppio dei finanziamenti attualmente disponibili per il Sud Sudan.
La macchina degli aiuti, però, nei territori della Diocesi di Rumbek, nello Stato dei Laghi, funziona: il numero degli sfollati è enorme, il lavoro nelle missioni non conosce pause, i bisogni sono tanti, oltre al cibo, e i 14 Centri sanitari accolgono ogni giorno feriti, malati e tantissimi bambini malnutriti, spesso in fin di vita, portati da madri disperate e sfinite.
Uno sforzo quotidiano per alleviare le sofferenze di migliaia di persone che i nostri missionari, i volontari, i medici, gli operatori sanitari, possono ogni giorno portare avanti solo grazie alle vostre donazioni!