A seguito delle mancate tregue, e delle difficoltà di mantenimento degli accordi di pace firmati a maggio, a Salva Kiir, Presidente della Repubblica del Sud Sudan, arriva l’invito a lasciare volontariamente il potere niente di meno che dai “saggi” della sua regione d’origine, Bahr el Ghazal, convinti che un suo ritiro potrebbe scongiurare la totale disgregazione del Paese. L’antico e fiero popolo Dinka, di cui Kiir è parte, ascolta e rispetta sempre i consigli dei saggi anziani, così come i racconti dei propri antenati, che parlano di una serena convivenza con il vicino popolo Nuer, allevatori come loro, prima e dopo la lunga guerra che li ha visti uniti contro il Sudan, anche con liti e scaramucce sempre risolte senza spargimenti di sangue. Un buon equilibrio tra le parti che ora la lite con Riek Machar, ex vicepresidente del Sud Sudan, di etnia Nuer, rischia di rompere per sempre, scatenando un conflitto etnico che sta distruggendo ogni speranza di futuro per il Paese. La richiesta dei saggi di Bahr el Ghazal è stata sottoscritta anche da nuovi rappresentanti delle comunità della regione. Un suggerimento di cui Kiir, ora, non potrà non tenere conto, probabilmente.
