Da Misna: al termine di una due giorni del vice-presidente sud-sudanese Riek Machar a Khartoum, in una nota congiunta diffusa, Sudan e Sud Sudan si sono impegnati ad applicare gli accordi in materia di petrolio e di sicurezza sottoscritti a settembre e già rinnovati a marzo, dopo che, il mese scorso, Khartoum aveva minacciato di bloccare le esportazioni del greggio di Juba attraverso i suoi oleodotti. Entrambi i governi si sono impegnati a dare sostegno a tutte le “iniziative che portino la pace e la stabilità nei due Stati”. Punto chiave dell’accordo, come è evidenziato nel comunicato, è la fine dell’appoggio da parte del governo sud sudanese ai gruppi ribelli attivi nel territorio del Paese vicino.
Proprio a causa di questo, a giugno il presidente Omar Hassan Al Bashir aveva minacciato di bloccare le esportazioni petrolifere di Juba, fino a quando gli ex nemici della guerra civile avessero sostenuto il Movimento popolare di liberazione del Sudan-Nord (Splm-N) e le altre formazioni armate che combattono da sempre il governo di Khartoum.
Il petrolio, che per la maggior parte si trova nel Sud, è il motore dell’economia di entrambi i Paesi. Khartoum possiede e controlla gli unici oleodotti in grado di collegare i giacimenti al Mar Rosso e ai mercati internazionali. Il Sud Sudan, divenuto indipendente da Khartoum nel 2011, dopo una lunga e sanguinosa guerra civile durata oltre 20 anni, ha già stretto accordi con altri Paesi vicini per la costruzione di un proprio oleodotto con sbocchi verso il Kenya. Nell’attesa però, il rapporto con il vecchio nemico è necessario ad assicurare un serio sviluppo economico del Paese.