Sabato scorso è finalmente ripresa la produzione di petrolio nel territorio sud-sudanese, con una cerimonia ufficiale presso il grande giacimento di Thar Jath nello Stato di Unity, a nord del territorio di Rumbek. La produzione di greggio, stimata in circa 350.000 barili al giorno, è alla base delle ricchezze e da questo dipende buona parte dell’economia del Sud Sudan. Un evento dunque molto importante per un Paese che tra pochi mesi festeggerà il secondo anniversario della sua proclamazione a libero stato, dopo una lunga e atroce guerra civile che lo ha distrutto, impedendo ogni opportunità di sviluppo.
Il blocco della produzione, dovuto alle crisi con il governo di Khartoum, che tra l’altro rivendicava il pagamento di dazi per il trasporto del greggio, che deve passare attraverso gli oleodotti del Nord, è stato risolto, grazie ad un accurato lavoro della comunità internazionale, con l’accordo siglato poche settimane fra i due Paesi, di cui vi abbiamo già dato notizia.
Il Sud Sudan possiede la maggior parte delle riserve di petrolio, sul suo territorio, ma è un tesoro che ha bisogno della collaborazione e soprattutto degli oleodotti che portano il greggio verso il Nord, di proprietà del governo di Khartoum, da sempre nemico del Paese. L’accordo, dunque, si rivela ancor più importante perché attraverso questa prima, nuova collaborazione tra i due Paesi, dopo i decenni di guerra, può aprire la strada a quel processo di pace che ancora oggi appare difficile.
